di Israel J.Singer
Sono tutte in lacrime, le cameriere ebree del Praga, alla vigilia delle nozze del padrone: certo, hanno sempre saputo che lui andava a letto con tutte, «eppure ognuna era convinta in cuor suo che con lei si sarebbe comportato in modo diverso... l’avrebbe portata via dalla cucina per sistemarla dietro al bancone e metterla alla cassa a contare il denaro». Ora, però, che nell’annuncio affisso in vetrina c’è scritto, nero su bianco, che «in onore del felice e fortunato matrimonio del proprietario di questo ristorante, Sender Prager, con la sua fidanzata, Edye Barenboim» i poveri del quartiere riceveranno un piatto di crauti e salsicce, hanno perso ogni speranza. Si è fidanzato all’improvviso, «quell’uomo solido e vigoroso, dagli occhi lucenti e dai capelli neri impomatati»: perché all’improvviso, a quarantaquattro anni, ha avuto paura della vecchiaia e della solitudine. Così, lui che delle donne non si è mai fidato, si è lasciato indurre dal suo rabbi a sposare quella ragazza di buona famiglia hassidica che ha la metà dei suoi anni e lo guarda «con i suoi grandi occhi neri impauriti». «Dio del cielo,» implorano le cameriere «fagli pagare la nostra umiliazione...». Al lettore scoprire, in questo magnifico e crudele racconto lungo del fratello «più talentuoso» di Isaac B. Singer (come ha scritto Harold Bloom), se Colui che tutto può le ascolterà.