Storia di un salotto letterarioIl Salotto Letterario Conti nasce nel 1994 a Sesto Fiorentino per iniziativa di tre amici, Gianni Conti, Claudio Berti e Paolo Vannini, che una sera si dicono “Perché non proviamo a fare qualcosa capace di interessare noi e coinvolgere altri? Perché, per esempio, non leggiamo insieme dei libri e poi ne parliamo?” I tre amici scommettono cioè sulla passione della lettura e del confronto e così nasce l’idea del salotto. La FORMULA è semplicissima: chiunque sia interessato è invitato a partecipare agli incontri, in casa di Gianni Conti, che si svolgono ogni due giovedì dopo cena. Ognuno può proporre un libro da leggere per la volta successiva, accessibile per lunghezza e difficoltà, e viene scelto quello che, con votazioni democratiche, ottiene più voti. Ci sono due settimane di tempo per leggerlo individualmente a casa. L’iniziativa non è nata però a caso, ma è venuta da alcuni BISOGNI e ha avuto fin dal suo inizio delle IDEE a cui si è ispirata e che sono ancora oggi, dopo diversi anni, la sua fonte d’ispirazione. I bisogni erano quelli di creare legami di amicizia, fare nuove conoscenze, scambiarsi emozioni ed idee, mettere in comune esperienze, dar vita a un progetto collettivo, incontrarsi, dialogare e cominciare a pensare non da soli ma insieme. Ma questi bisogni e queste idee dovevano incontrare un CENTRO unificante che permettesse loro di trovare concreta realizzazione, ed è stata appunto l’attività di leggere i libri di letteratura, secondo tre direzioni: 1) i classici, che sono la base della cultura e della formazione di ognuno, sempre. 2) I libri più significativi che si scrivono oggi, per l’esigenza irrinunciabile di essere a contatto col presente, per rimanere aggiornati sugli sviluppi più recenti della letteratura, per poter sapere cosa hanno da dire gli scrittori nostri contemporanei e poter dialogare e confrontarsi con loro. 3) I libri scritti da amici, da persone conosciute e anche da alcuni di noi. In ogni caso un punto fermo è stato fin dall’inizio l’impegno a conoscere gli scrittori direttamente, tramite la lettura, prima di tutto, dei loro testi, e non attraverso quella lettura indiretta che sono i manuali e i testi critici. Prima I TESTI degli autori, poi, se possibile, anche i critici, insomma, e non esclusivamente o primariamente i critici. Come non si può conoscere una persona attraverso ciò che si sente dire di lei, così non si può conoscere uno scrittore attraverso ciò che si sente dire e che è stato scritto di lui, ma occorre la lettura diretta dei suoi testi. Qualcuno, anche di noi, ha storto un po’ il naso di fronte al nome “SALOTTO”, vedendo in esso qualcosa di aristocratico o di antiquato, come se suggerisse l’intenzione di formare un circolo d’elite dal sapore antico. E nonostante ciò abbiamo deciso di mantenere questo nome. Per la verità la sua origine è assai più banale. Deriva dal fatto che è proprio un salotto, quello della casa di Gianni Conti, il luogo dove si svolgono i nostri incontri. Ma il motivo per cui l’abbiamo mantenuto e ci siamo poi anche affezionati ad esso è legato al significato che ha il salotto. Il salotto è la stanza più importante della casa, dove si ricevono gli ospiti e ci si sofferma a parlare. Ricevere una persona nel salotto significa dirle “ti accolgo nel posto più importante della casa perché tu sei importante per me”. Questo significato di sensibilità e di disponibilità ad accogliere, di attenzione nei confronti dell’altro, abbiamo voluto mantenere. Certamente, comunque, per noi salotto non significa chiusura in un’elite ristretta o in un lavoro da specialisti e addetti ai lavori. Caratteristica del gruppo è infatti quella della massima APERTURA. L’idea è anzi quella di fare un gruppo aperto, aperto a tutti, giovani e non giovani, studenti e insegnanti, persone famose e sconosciute, persone che si occupano di letteratura e persone che fanno tutt’altro. Dove ognuno può dire la sua, senza gerarchie e senza poteri, uguali di fronte al libro. Il che comporta anche una precisa scelta di LINGUAGGIO, quella di sforzarci a parlare in modo semplice e chiaro, sia pure senza perdere di spessore e profondità nei contenuti, allo scopo di farci capire da tutti. E altro aspetto è poi quello della LIBERTA’: c’è nel gruppo la massima libertà. Ognuno è libero di venire o no, di leggere o no, di parlare o no, di restare o di andarsene. Certo le persone che vengono al salotto sono libere di farlo, e lo fanno, per i motivi più diversi, e tutti vanno bene, se non recano danno a nessuno. Ma siamo convinti che IL VERO MOTIVO che ha permesso a questo gruppo di vincere, per adesso, la sua scommessa, e quindi di sopravvivere e anzi di crescere nel tempo, sia proprio la forza di attrazione della lettura, il fatto che tante persone riconoscono l’importanza e il piacere di leggere. Noi abbiamo voluto subito scartare l’organizzazione in forma di CONFERENZA, secondo il significato che abitualmente si attribuisce a questa parola, ossia un’occasione nella quale uno solo parla e gli altri vanno ad ascoltarlo. L’abbiamo scartata perché, facendo così, le persone non leggono, legge solo uno, il conferenziere, e forse nemmeno lui. Chi va a questo tipo di conferenze sta per lo più in una posizione passiva, da un lato perché ascolta soltanto, prende soltanto, e dall’altro perché non ha fatto prima un lavoro di preparazione. E tuttavia il termine conferenza è appropriato a indicare i nostri incontri se lo intendiamo in un senso meno abituale e più originario, quello di “portare insieme”, secondo il significato etimologico della parola. Ai nostri incontri tutti portano e insieme prendono, pensieri, idee, emozioni, e non più soltanto uno porta e tutti gli altri solo prendono. Tutti attivi cioè, in primo luogo perché tutti portano le loro idee, intervengono, partecipano, dicono la loro, e in secondo luogo perché hanno preparato quel momento prima, leggendo, e riflettendo, impiegando tempo ed energie per questo. Ed impiegare tempo ed energie ha questo significato “do il mio tempo e le mie energie per questo perché questo è importante per me”. Non va sottovalutato, anzi è assolutamente decisivo, il lavoro che si fa prima, l’importanza di leggere, e di riflettere su ciò che si legge. Sappiamo per esperienza che questa è una potentissima motivazione, che aiuta a far sentire ognuno attore, protagonista, e non comparsa, di un’esperienza. PLATONE nel “Fedone”, uno dei testi decisivi della cultura occidentale, scrive in un punto che “ il corpo si cura con le medicine, l’anima con le parole”. Le parole di un bel libro sono una medicina per l’anima, sono certo un cibo molto nutriente. E allora con la nostra proposta noi intendiamo dire “Vogliamoci bene e regaliamo a noi stessi almeno mezz’ora al giorno per leggere, cioè per aver cura dell’anima e per nutrirla con quel cibo così nutriente che sono le pagine di un bel libro”. Ma oltre alla passione della lettura ci muove appunto la passione della DISCUSSIONE, del confronto. Dove ognuno può dire la sua e vedere il testo dal suo punto di vista. Abbiamo fatto l’esperienza di una RIVISTA, dal 2000 per alcuni anni, della quale sono usciti una quindicina di numeri, e che è momentaneamente sospesa anche se noi coltiviamo l’intenzione di riprenderla presto. L’importanza di una pluralità di prospettive è ben manifestata dal suo titolo, “INTERPRETAZIONI”, dove ha grandissimo significato il plurale, perché vuole suggerire che nessuno pretende di possedere la verità ma tutti, mettendo insieme i diversi punti di vista e confrontando diverse letture, possono avvicinarsi di più alla comprensione di un libro. Importante è però anche la parola “interpretare” perché dà il senso di ciò che cerchiamo di fare, provare a risalire dal testo al suo significato, cioè tentare di pensare il testo, cercando di mettere in evidenza le parti che ci colpiscono, ma anche di cogliere l’essenziale, di provare a capire qual è il senso del libro; e non restando alla superficie o limitandoci a raccontare la trama del libro, ma cercando di scendere nel profondo, per provare a capire che cosa, secondo il nostro punto di vista, lo scrittore vuole davvero dire. A noi piace definirlo una sorta di LABORATORIO, di lettura, di discussione, di analisi, dove appunto si lavora, in modo divertente e non serioso, con i libri, con un materiale di parole e di idee. Non è da sottovalutare l’importanza che ha la rivista, e non solo perché è per noi un oggetto prezioso che ci offre lo spazio per poter esprimere in modo più ragionato le nostre riflessioni e poterle comunicare ad altri, ma anche perché ha il significato di rappresentare un salto, dal leggere allo SCRIVERE, che non è mai facile per nessuno, e tanto meno per un gruppo. Non è facile scrivere, Ma è un passo necessario, se una persona o un gruppo vogliono crescere. Ora i libri sono il centro intorno a cui noi ci muoviamo. Ma cosa sono per noi I LIBRI? Intanto il libro è per noi un pretesto, un’occasione per emozionarci e tirar fuori, produrre idee nostre, non solo per ripetere quello che gli scrittori dicono ma per CREARE. Il grande salto che ognuno deve fare, nel suo percorso di maturazione intellettuale, è quello di diventare, da imitatore, creatore. I libri sono per noi uno stimolo e uno strumento per dar vita a emozioni e idee nostre, per provare a creare. Ma poi noi non vogliamo fare cultura astratta, fine a se stessa, separata dalla vita, con un atteggiamento puramente intellettualistico, da topi di biblioteca che, chiudendosi dentro mura fatte di libri, si chiudono al mondo. Noi ci aspettiamo dai libri non che ci allontanino dalla vita ma che ci gettino nella vita, ci facciano penetrare più profondamente dentro di essa, ci aiutino a capirla, criticarla e forse, nel piccolo mondo di ognuno, a cambiarla. I libri non sono per noi cosa morta, ammuffita, polverosa, ma viva. La letteratura è l’esperienza dei grandi autori comunicata attraverso i loro libri. Noi siamo interessati a leggere i loro libri perché siamo interessati a conoscere la loro esperienza, per capire meglio la nostra. Leggiamo molti autori del passato, di un tempo che non abbiamo vissuto, ma per capire meglio il presente, il tempo che viviamo. E crediamo che questo tentativo di realizzare un’unione stretta tra LETTERATURA ED ESPERIENZA, tra letteratura e vita, sia forse l’aspetto che caratterizza meglio la nostra iniziativa. Per noi la letteratura è esperienza, la letteratura è vita, altrimenti non ci interessa. Non è un caso che abbiamo pensato di proporre l’iniziativa del salotto intorno all’attività della lettura. Tutti noi crediamo fermamente nell’importanza di LEGGERE. Leggere è importante perché ci fa uscire dalla gabbia di noi stessi e ci apre al mondo, ai grandi temi della vita, che in fondo sono sempre i contenuti dei libri. Leggere è importante perché ci fa emozionare e pensare, ci arricchisce, ci dà una visione della vita più vasta e profonda e ci aiuta a formarci una nostra visione del mondo, accresce le nostre capacità di riflettere e di sentire, ci fa divertire e ci può regalare momenti preziosi. Noi crediamo che se questa esperienza ha resistito tanti anni ed è sempre andata crescendo sia perché abbiamo vinto una piccola SCOMMESSA: quella di riuscire a suscitare una passione per la letteratura e di far vedere che la letteratura non è una cosa noiosa ma meravigliosa, che può essere interessante e divertente passare una sera discutendo di un libro e non solo vedendo il calcio o andando in discoteca. Nel corso di questi anni sono molte LE COSE CHE ABBIAMO FATTO: Abbiamo letto e discusso tantissimi libri, abbiamo creato una rivista, ci siamo organizzati diventando ASSOCIAZIONE CULTURALE, abbiamo scritto collettivamente un libro di interpretazioni critiche di un autore da noi molto letto e amato, Schnitzler, intitolato “INTERPRETANDO SCHNITZLER”. Alcuni di noi hanno pubblicato libri di successo, due membri del gruppo hanno dato vita a due diverse CASE EDITRICI. Siamo usciti all’esterno con tante SERATE di presentazione di noi stessi, citiamo tra le altre quelle in collaborazione con la biblioteca pubblica di Sesto Fiorentino, al teatro La limonaia, al museo Pecci di Prato, alle Giubbe Rosse di Firenze. Abbiamo fatto a Firenze un importante CONVEGNO su Galileo, siamo stati presenti più volte in TELEVISIONE, con interviste e servizi sul nostro lavoro, sia su canali privati, come Canale 10 e tele 38, sia su Stream, sia sul terzo canale Rai. E anche alla radio, con due partecipazioni di alcuni di noi al programma Il viaggiatore su Radio uno, curato dalla giornalista Paola D’Urso che si è molto interessata alla nostra iniziativa. Inoltre diversi articoli e annunci di GIORNALI, quali “la Nazione”, il “Corriere di Firenze” e “Repubblica”, in diverse occasioni, hanno parlato di noi. Insomma si può ben dire che in questi anni, e sono ormai 15, ci siamo fatti conoscere, abbiamo coinvolto persone di tutte le età e in particolare giovani, ottenuto la collaborazione di figure prestigiose della cultura nazionale. Ricordiamo tra I NOMI IMPORTANTI che hanno scritto e scrivono sulla rivista quelli di Marino Biondi, Giuseppe Panella, Roberto Carifi, Piero Meucci, Mario Spezi, Roberto Escobar, Claudio Magris. Così come punti di riferimento insostituibili per la nostra attività sono diventati nel corso del tempo anche altri nomi, e ricordiamo, per citarne solo alcuni, Francesco Ammannati, Paola Ficini, Teresa Paladin, Maurizio Ciampolini, Roberto D’Alessio, Leonardo Fei, Stefano Berni, Daniela Ferrantini, Ilaria Fravolini, Guendalina Mefiti, Maurizio Pieretti. Ma sappiamo che non si può vivere di ciò che abbiamo fatto e che non si deve mai smettere di creare e proporci NUOVI OBIETTIVI PER IL FUTURO. E per il futuro vogliamo certamente continuare e potenziare tutte le iniziative che abbiamo svolto fino ad oggi e di cui abbiamo finora parlato, ma poi abbiamo anche altre idee, nuove, che speriamo, prima o poi, possano realizzarsi. Grande consistenza vogliamo anche attribuire all’attività di INCONTRO CON GLI SCRITTORI stessi, discutendo alla loro presenza i loro libri, parlando di loro e con loro. Abbiamo già invitato al salotto, confrontandoci con le loro opere, autori di grande talento quali Cristiano Cavina, Valerio Aiolli, Enzo Fileno Carabba, Pietro Grossi, Michele Cecchini, Dianora Tinti, Michele Ballerin, scrittori di indubbio fascino come Maurizio D’Alessio, personaggi affermati della fama di Pier Francesco Listri e Umberto Cecchi, grandi personaggi della cultura come Giorgio Spini e Giorgio Galli. Abbiamo discusso le loro opere con scrittori della massima rilevanza nazionale e internazionale quali Francesco Recami, Michela Murgia, Sandro Veronesi, Edoardo Nesi. E abbiamo anche l’intenzione di favorire incontri tra attività di tipo diverso come è già successo in una serata del Giugno 2011, quando la discussione letteraria si è arricchita di un’esposizione di opere dell’artista Marcello Belardinelli. Inoltre da due anni il Salotto indice un concorso letterario, Arte di parole, rivolto agli studenti delle scuole medie superiori di Prato, Firenze e provincia, che prevede per i primi classificati, oltre a premi in denaro, anche la pubblicazione dei racconti in un volume edito dalla casa editrice Polistampa, con la quale il Salotto collabora da tempo. Quest’anno, il terzo, il concorso fa un deciso salto di qualità perché diventa nazionale, rivolgendosi agli studenti di tutta Italia per l’anno scolastico 2011-2012, avendo come titolo generale di riferimento il tema La solitudine. Infine il Salotto organizza quest’anno, in Autunno, un corso di scrittura rivolto a giovani scrittori con lezioni tenute da docenti del calibro di Francesco Recami, Giovanni Maccari e Paolo Maccari. Insomma le idee non ci mancano, e molte altre siamo certi che ci verranno, perché non ci mancano nemmeno la fantasia, la creatività e l’apertura per tentare sempre altre strade. Siamo aperti a ogni iniziativa interessante, a ogni persona, gruppo o associazione disponibili a un rapporto con noi. Chiunque voglia unirsi a noi, è il benvenuto. Chiunque voglia aiutarci, è il benvenuto. Tuttavia, se dovessimo concludere facendo UN AUGURIO a questo gruppo, sarebbe quello sì di restare sempre massimamente aperto a nuove strade, contatti, iniziative, possibilità. Ma anche, per quante strade nuove possa prendere, di non staccarsi mai dalle proprie radici, dal principio, dalla ragione che lo ha fatto nascere, ossia dal desiderio di soddisfare la passione di leggere, discutere, stare insieme, passando insieme momenti belli.
Paolo Vannini (2010)
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