Giovedì 2 ottobre 2014, ore 21:00
Una partita a scacchi
di Stefano Sala Nove racconti, nove scontri, nove storie di passioni, dall’avventurosa vita di Gioacchino Greco, i suoi viaggi le sue memorabili partite, fino ai sogni di un anziano scacchista che fra il profumo dei boschi e il delirio della fantasia, schiera ancora i suoi pezzi per giocare un finale perfetto. La vela, la campagna, i monti, i tornei, la storia sono gli scenari, gli scacchi il filo conduttore. Sarà presente l’autore. IL C.M. PROFESSOR RICCARDO PARIGI UNA PIACEVOLE SORPRESA: “UNA PARTITA A SCACCHI GIOCANDO CON LA VITA” Di Stefano Sala Professor Riccardo Parigi scacchista e scrittore Candidato Maestro vive a Sesto Fiorentino Scrive insieme a Massimo Sozzi. Coppia affermata del nuovo giallo italiano, con i loro racconti di atmosfera retrò hanno vinto alcuni fra i premi di narrativa gialla italiana più prestigiosi. Ho letto con grande piacere i racconti di Una partita a scacchi. Davvero una bella galleria di personaggi e situazioni, una galleria estremamente varia e piena di suggestioni . Si va dall’evocazione della figura di Gioacchino Greco, uno dei primi giocatori di scacchi professionisti alle gesta dell’ufficiale-brigante Carmine Letizia relegato nella terribile fortezza di Finestrella. Dai passaggi campestri di Partita persa, a quelli di montagna di Due grandi amici, Un pastore, Un vecchio, a quello marino di Alla fonda. Tutte ambientazioni ben curate tanto che è un piacere immergersi nella pratica dell’apicultore che prepara un’arnia, avvicinarsi all’abilità dello skipper che guida un’imbarcazione spinta dai quaranta cavalli del motore, inoltrarsi lungo difficili sentieri alpini, percorrere il crinale che separa l’Emilia dalla Toscana (considerata la partita che è stata scelta, vince il versante emiliano romagnolo!). Insomma, c’è quello che si chiede a un racconto: la “precisione”, terminologie appropriate che servono a costruire ambienti di cui il lettore magari sa poco o nulla. Poi ci sono gli scacchi che forniscono il filo per legare realtà anche molto distanti. E qui si apprezza l’utilizzo assai poco simbolico (a parte il suggestivo racconto finale) che viene fatto dell’ “elemento scacchistico”. Eliminata qualunque traccia di retorica del “nobile gioco”, gli scacchi appaiono per quello che sono: spesso una magnifica ossessione, di frequente l’innesco di tremende rivalità, quasi sempre lo scontro di due personalità; di certo non un’attività ludica scherzosa o rilassante ma una lotta vera e propria, come sosteneva Lasker (e ha fatto bene, secondo me, l’autore a riportare, nella prefazione, quelle celebri frasi). L’aver saputo fondere scenari così vari con la componente scacchistica, che costituisce in quasi tutti i testi un elemento decisivo per l’intreccio, è il grosso merito di questa antologia, di cui spero di poter leggere presto un seguito. Del resto tutti lo sanno bene: noi scacchisti, anche come lettori, siamo tutti un po’ compulsivi… Riccardo Parigi |